Non sono una grande conoscitrice di erbe selvatiche commestibili e fiori eduli, ma sto imparando a conoscerne gusto, consistenza e tutte le caratteristiche per l’uso in cucina.

Avevo provato con il lamio l’anno scorso e ovviamente il tarassaco. Si tratta di ricette semplici, in cui ho utilizzato il fiore come ultimo ingrediente, a crudo, per preservarne consistenza e profumi, ma anche colore. Questa volta ho voluto cuocerli leggermente, in particolare le foglie, per ricavarne un pesto leggerissimo, adatto alla “Quaresima” alimentare, perché senza olio aggiunto.

fiori eduli pesto di primule

I fiori eduli non sono certo indispensabili in un’alimentazione completa ed equilibrata, dato che ne mangiamo una quantità davvero minima in un piatto, ma il loro scopo è altrettanto importante. Non si vive di solo pane, giusto? Il momento del pasto deve fornire nutrimento per corpo, mente e spirito, tre sfere strettamente connesse l’una all’altra. Per questo i fiori eduli sono meravigliosamente adatti per appagare i nostri sensi, pur non offrendo granché in nutrienti.

In realtà ogni fiore o pianta selvatica commestibile possiede delle proprietà specifiche

Le primule ad esempio, di cui si possono mangiare fiori, foglie, radici e rizomi, sono anche analgesiche, antinfiammatorie e antireumatiche e svolgono una funzione sedativa, soprattutto se abbinate alla lattuga in insalata (Fonte: Lifegate.it)

Ma al di là delle sostanze che possono fare bene per qualche aspetto, un piatto con fiori eduli è sempre un capolavoro e in questo caso la semplicità paga davvero!

Primula vulgaris © https://easywildflowers.files.wordpress.com

 

Fiori eduli: miglio con pesto di primule (senza olio)

Versione “quaresimale” senza olio*

160 g di miglio decorticato
Un grosso mazzo di primule (fiori e foglie)
Una manciata scarsa di capperi dissalati
1 C di acidulato di umeboshi
2 C di succo di limone
½ spicchio di aglio (facoltativo)
Un pizzico di sale

Separare i fiori di primule dalle foglie, lavare bene le foglie in una bacinella d’acqua, risciacquare e scolare. I fiori vanno tolti delicatamente dallo stelo e immersi in una ciotola con abbondante acqua, senza strattonarli, poi scolarli altrettanto delicatamente e spostarli su un canovaccio, ad asciugare.

Portare a ebollizione due tazze d’acqua e scottare le foglie e parte dei fiori per un minuto. Scolare e tenere da parte. Scottare anche o spicchio d’aglio per qualche istante, se dà fastidio il sapore troppo pungente. Battere tutto al coltello, il più finemente possibile: primule (foglie e fiori cotti), capperi e aglio. È possibile frullarli al minipimmer aggiungendo subito succo di limone e acidulato, altrimenti aggiungerli dopo averli sminuzzati.

Per mantenere il miglio sgranato dopo la cottura, seguire questi passaggi: sciacquare il miglio in acqua fredda, scolare e tenere da parte. Misurare il doppio del suo volume in acqua, versarla in una pentola abbastanza larga e portare a ebollizione. Salare leggermente. Una volta raggiunto il bollore, buttare il miglio e coprire. Abbassare il fuoco e lasciare sobbollire, fino a completo assorbimento dell’acqua. La superficie del miglio presenterà dei “buchi”, allora spegnere il fuoco e tenere coperto al caldo.

Servire il miglio con il pesto di primule senza olio e i fiori freschi tenuti da parte.

*Per la versione non quaresimale, aggiungere al pesto 2 cucchiai di olio evo e una manciata di mandorle tostate prima di frullare.

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Fiori eduli: miglio con pesto di primule (senza olio)

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