Questo breve post è dedicato alla primavera, alle novità e alle scoperte. Per quanto mi riguarda, è in assoluto la prima volta che cucino le ortiche, anche se non è il mio primo incontro con loro. Ho trascorso tutte le vacanze della mia infanzia in montagna con la mia famiglia, su e già da vette rocciose ad alpeggi erbosi, piedini nei ruscelli gelati, caccia di farfalle, bob sulla neve, mangiate di polenta e acquazzoni improvvisi.
Gli odori e i sapori del bosco sono ancora tutti vivi nella mia mente, magari chiusi nei cassetti della memoria, che però non esitano a spalancarsi non appena ritrovo quelle sensazioni nel mio presente. Quello dei lamponi freschi è tutt’ora fra i miei sapori preferiti, così come il profumo di resina di pino. Tuttavia con le ortiche non sono mai andata d’accordo. Quante punture, quanti “cotolotti”, come diceva mia mamma!! Il fastidio e il prurito di quelle viscide guastafeste nell’idillio della natura non mi ha mai lasciato. Ho sempre avuto paura di avvicinarmi ad esse, fino ad ora.
Qualche giorno fa le ho viste lì nel campo, piccine e timide fra gli alti steli d’erba. Questo è il momento giusto per coglierle, quando sono verde chiaro e le foglie sono tenere tenere. Così, tutta equipaggiata con manica lunga e guanti da lavoro, mi sono fatta coraggio: prima le ho accarezzate timidamente, poi ho provato a coglierne una e ho capito che era il momento di fare la pace. La nostra nuova amicizia è stata suggellata con un piatto di gnocchi al pesto di ortiche. Sono molto grata a queste splendide piantine dalle tante sfaccettature: vale proprio la pena di “conoscervi” da vicino!
La rimavera è il momento di scoprire e riscoprire.
Gnocchetti di batata al pesto di ortiche
3 piccole batate* lavate e pelate
farina di riso integrale qb
un mazzo di ortiche (circa 60 g)
una manciata di mandorle tostate
1 spicchio d’aglio
2 cucchiai di olio evo
sale e pepe qb
scorza di limone
Maneggiare le ortiche indossando i guanti: pulirle sotto acqua fredda e poi sbollentarle pochi minuti in acqua leggermente salata per eliminare l’effetto orticante. In una padella antiaderente versare l’olio, l’aglio privato dell’anima e un po’ di acqua di cottura delle ortiche, salare e cuocere per 3 minuti. Questo passaggio serve a due cose: ingentilire il sapore dell’aglio e cuocere l’olio, che a crudo ha un effetto raffreddante sul nostro corpo. Unire nel bicchiere del mixer gli ingredienti del pesto e frullare il tutto fino alla consistenza desiderata, aggiungendo poca acqua di cottura se necessaria. A me piace abbastanza granuloso, ma nulla vieta di farne una crema.
Cuocere le batate al forno o al vapore, schiacciarle quando sono ancora calde e salare leggermente. Aggiungere poca farina quanto basta per impastarle, ma senza che asciughino troppo, perché l’impasto sarà messo nella sac à poche.
Portare a bollore dell’acqua (io ho usato quella di cottura delle ortiche), salare e quando bolle tuffare uno a uno gli gnocchi formati con sac à poche e coltello. Rimuovere con la schiumarola non appena vengono a galla. Conservare in un piatto scaldato e unto man mano che engono pronti. Condire con il pesto, decorare con la scorza di limone tritata finemente e servire.
*La particolarità di questa ricetta prevede l’uso della batata, che al contrario della patata non è una solanacea ed è quindi priva di questo alcaloide che, se ingerito in grandi quantità, è tossico per il nostro organismo. Ricordate che più queste verdure sono verdi e acerbe (oppure vecchie, nel caso delle patate), più solanina contengono. L’altro problema delle solanacee (oltre alle patate troviamo pomodori, melanzane e peperoni) riguarda il calcio: la solanidina preleva il calcio dalle ossa e lo trasporta verso le estremità del corpo e nelle giunture, favorendo artite e artrosi. Perciò attenzione a farne un uso modesto e soprattutto limitato alla stagionalità (eh già: vale anche per il sugo di pomodoro in inverno!).
Di già le ortiche?????? Mamma che piatto Silvia. Sento i sapori delicati sul palato…. allungherei una forchetta. Sei stata super, bravissima!