La ricetta di oggi è dedicata alla Giornata della TerraEarth Day. Come ingredienti ho scelto l’orzo, che secondo me è il cereale più rappresentativo del genere umano, ancor più del riso, di cui ne esistono invece migliaia di varietà in base alla provenienta. L’orzo si coltiva in tutti i continenti e in ogni angolo del mondo, dall’Africa nera all’Ecuador. Lo troviamo nei piatti salati e dolci, nelle zuppe, come cous cous, nei dolci, per fare il pane e nelle bevande fermentate. L’orzo è il cereale legato alle radici della nostra civiltà e allo sviluppo dell’agricoltura. Gli antichi egizi ne usavano dei chicchi per stabilire il sesso del feto fin nei primi mesi della gravidanza.

Insomma, la fama e la coltura di questo cereale non ha mai conosciuto medioevo, nemmeno nella super tecnologica società industrializzata che siamo oggi (sicuramente complici la birra e i superalcolici).

Ho utilizzato un orzo perlato dell’Ecuador, insolito per la macrobiotica perché privato delle glumelle e degli strati più esterni. Tuttavia la lavorazione del chicco è fatta rigorosamente a mano, una caratteristica non trascurabile, anche dal punto di vista dell’energia che ci trasmette. Osservandolo da vicino infatti, è possibile scorgere le pellicine residue, inconfondibile marchio dell’hand made, nonché di uno stadio di raffinazione molto basso. Lo trovo un buon compromesso per mangiare bene e consapevolmente anche quando non abbiamo troppo tempo per cucinare (l’ammollo dell’orzo perlato è molto breve e il tempo di cottura dimezzato).

orzo perlato za'atar

Altro ingrediente degno di nota è sicuramente il Za’atar della Palestina, una miscela di spezie a base di timo e sesamo. Appena scoperto che anche da noi è reperibile, ho esultato di gioia! La mia famiglia lo usa da anni, da quando i miei genitori, al ritorno da un viaggio in Terra Santa, ne portarono letteralmente un sacco! La guida locale ne aveva decantato le virtù benefiche (digestivo, tonico, ricco di calcio, minerali, vitamine etc.), ma la verità è che si tratta di un condimento delizioso! In medioriente si usa sulla “pizza”, sul pane non lievitato con ottimo olio, oppure su pietanze e sull’hummus di ceci. Da qui l’idea di usarlo per insaporire una crema di porri e ceci per accompagnare l’orzo.

orzo perlato za'atar

Orzo perlato con crema di ceci e porri al Za’atar

1 tazza di orzo perlato dell’Ecuador Altromercato
2 porri piccoli
½ tazza di ceci lessati
sale qb
3 cucchiai di olio evo
2 cucchiaini di za’atar della Palestina Altromercato
Sciacquare l’orzo e metterlo a bagno in 3 tazze di acqua per almeno 1 ora.

Trascorso il tempo, lessarlo con l’acqua di ammollo e il sale, per circa 60 minuti o quando l’acqua non è completamente assorbita. Una volta cotto, condire con un filo di olio evo e tenere al caldo, coperto.

In una padella antiaderente far soffriggere nell’olio il porro tagliato a rondelle, con un pizzico di sale e un po’ di acqua di cottura dei ceci (non l’acqua di conservazione! Se usate ceci precotti aggiungete della normale acqua per cucinare). A cottura quasi ultimata aggiungere i ceci (conservarne un cucchiaio giusto per la presentazione) con un po’ di acqua di cottura e far insaporire. Quando i porri sono ben cotti, trasferire nel mixer e frullare tutto per bene. Aggiungere un cucchiaino di za’atar.

Comporre il piatto con la crema di porri alla base con i ceci restanti, l’orzo al centro e una spolverata di za’atar intorno.

 

orzo perlato za'atar

 

orzo perlato za'atar

Orzo perlato con crema di ceci e porri al Za’atar

2 thoughts on “Orzo perlato con crema di ceci e porri al Za’atar

  • Aprile 13, 2017 at 5:05 pm
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    Ciao Silvia,

    che bella ricettina, la voglio provare! Con cosa mi consiglieresti di sostituire il Za’atar che non ho? Grazie
    Ciao

    Serena

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    • Aprile 13, 2017 at 6:13 pm
      Permalink

      Ciao cara 🙂 lo Za’tar ha un aroma insostituibile, ma certo non è indispensabile per fare un buon piatto. Consiglio di provare con timo o origano secco e sesamo tostato. Un abbraccio
      Silvia

      Reply

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