Cosa c’entrano Masterchef e i 7 Livelli di Giudizio di Georges Ohsawa? Adesso te lo spiego.

Stavo gardando distrattamente una puntata di Masterchef Italia, quando tra i discordi di Bruno Barbieri avverto distintamente la parola miso: ovviamente le mie antenne si sono attivate. Stava presentando un piatto a base di trippa e miso di pomodoro e il tema della prova successiva sarebbe stato proprio questo particolare condimento. Barbieri presenta il prodotto più o meno con queste parole:

“Il miso è un prodotto antichissimo a base di soia, koji e sale […] la fermentazione si usava per conservare gli alimenti […] al posto della soia qui c’è il pomodoro […] la cosa più difficile nell’uso del miso di pomodoro è dosarlo nel modo giusto per la sua sapidità […]”

Ti risparmio il racconto della puntata, che forse puoi anche rivedere; ti basti sapere che tutti i commenti successivi da parte di giudici e concorrenti erano volti a innalzare questo fantastico prodotto geniale.

Ancora non abbiamo tracciato un parallelo tra Masterchef e i 7 livelli di Giudizio di Georges Ohsawa, ma ci arriviamo…


Non ho dubbi che quel miso di pomodoro fosse un prodotto delizioso, di sicuro lo è. D’altro canto, il genio non è certo chi l’ha prodotto, semmai il genio (ignoto vissuto qualche migliaio di anni fa) è chi è riuscito a isolare le spore dell’Aspergillus Oryzae senza avere la minima conoscenza della biologia e utilizzarle per ottenere vantaggi per la salute dell’uomo.

Sì, perché il miso non è stato inventato solo perché aveva un buon sapore, ma perché:

  • I nutrienti della soia, uno dei pochissimi legumi coltivati in Asia, diventano assimilabili e questo legume digeribile;
  • I lattobacilli e gli enzimi che si producono con la fermentazione agiscono positivamente su tutto il sistema digerente, dalla digestione al buon funzionamento dell’intestino;
  • Diventa non solo un condimento, ma un vero e proprio rimedio per moltissimi disturbi di salute;
  • E’ un concentrato di ferro biodisponibile e minerali, nutrienti che scarseggiavano in una dieta povera;
  • Energeticamente è un ingrediente molto yang, fondamentale per bilanciare una dieta prevalentemente vegetale e quindi yin.

Io capisco perfettamente che i tempi televisivi di uno show culinario non permettono approfondimenti di questo tipo. Ma la mia riflessione non è solo riguardo a una mancanza di informazioni su un prodotto che oggettivamente merita molto più di due parole buttate lì -e ancor meno di essere dato in mano a concorrenti inesperti che lo friggono, infornano, frullano, impastano senza sapere minimamente che stanno uccidendo milioni di microrganismi.

Il punto vero è che questo episodio dimostra per l’ennesima volta che l’unica linea guida nell’arte culinaria di oggi è il gusto e questa tendenza si può applicare un po’ a tutti gli ambiti della nostra vita moderna. Mancano totalmente altri livelli di coscienza, giudichiamo tutto in base ai nostri sensi e basta e questo ci porterà sempre più in basso.

Perfino il concetto di equilibro è stato spogliato di tutta la sua semantica per assumere come unico parametro quello del gusto. Un piatto può dirsi equilibrato solo secondo il palato di un essere umano di tradizione occidentale? Troviamo equilibrato un piatto, che magari contiene ingredienti esotici insieme ad altri mediterranei e a un bel filetto di fois gras. In bocca sarà squisito, ma a quale prezzo??

Tornando al nostro miso, se parliamo di equilibrio: c’è un motivo per cui il miso contiene cereali e legumi oltre al koji e al sale, e non frutta esotica (come il pomodoro appunto). Perché cereali e legumi in quella proporzione rappresentano perfettamente la base del cibo per l’uomo; insieme al sale, da cui nasce la vita, in questo prodotto rappresentata da milioni e milioni di microrganismi vivi che abitano nel miso. Ecco, tutto questo rientra nel concetto di equilibrio. E io, ogni volta che sento uno dei giudici di Masterchef sfoderare la carta dell'”equilibrio del piatto”, mi sento male!!

Il gusto, secondo Ohsawa, rientra nel “Giudizio sensoriale”, uno dei più infimi e il cui simbolo è un lattante. Ma andiamo con ordine.

Vediamo quali sono i 7 Livelli di Giudizio di Georgs Ohsawa

1. Giudizio Meccanico: il livello di consapevolezza più basso, legato alle nostre necessità fisiche e ai bisogni primordiali. Ohsawa fa l’esempio del neonato, che vive solo secondo i suoi bisogni fondamentali, ovvero mangiare, dormire etc.

2. Giudizio Sensoriale: eccolo qui, il livello a cui mi riferisco in questo articolo! Siamo solo al secondo gradino nela scala dei Livelli di consapevolezza, dove il settimo è quello cui aspirare. Oggi viviamo solo per soddisfare questo livello di giudizio, qualsiasi cosa facciamo la facciamo per il nostro piacere, senza riflettere ulteriormente né porci domande sul fatto che quello che facciamo potrebbe nuocere ad altri o a noi stessi o al pianeta. L’immagine simbolica di riferimento è quella del bambino durante lo svezzamento, quando inizia a formarsi il gusto che sarà quello cui farà riferimento per sempre

3. Giudizio Sentimentale: facciamo un passo ulteriore rispetto al livello sensoriale, perché le scelte che compiamo le facciamo anche seguendo le emozioni. L’esempio simbolico è il ragazzo dai 7 ai 14 anni che compie le proprie scelte in base ai propri sentimenti, ama il cibo di casa perché lo prepara la mamma etc.

4. Giudizio Intellettuale: per sviluppare questo livello dobbiamo avere già passato l’adolescenza, per avere ben chari i concetti di bene e male. Entrano in gioco ragionamenti razionali e di tipo scientifico per compiere le nostre scelte. Ad esempio, ora apprezziamo un tipo di cibo anche perché sappiamo che fa bene (Scienza della Nutrizione). Abbiamo guadagnato qualcosa, ma l’atteggiamento è quello di scomporre in parti sempre più piccole l’elemento per analizzarlo razionalmente e manca completamente una visione d’insieme (olistica).

5. Giudizio Sociale: da questo momento si è consapevoli di far parte di un consorzio, una comunità. Acquisiamo il senso di uguaglianza, di diritti inviolabili degli esseri umani etc.

6. Giudizio Ideologico: basta un solo esempio per capire questo livello, cioè una scelta alimentare dettata da motivazioni etiche, come quella vegana -ma anche di tipo religioso etc. Apparentemente tutto combacia, ma manca ancora qualcosa: la consapevolezza che facciamo parte di un cambiamento continuo e che nulla è eterno. Chi resta fermo a questo giudizio rimane rigido nelle sue convinzioni senza considerare che tutto è relativo.

7. Giudizio Supremo: eccoci all’ultimo giudizio, il più alto cui l’essere umano possa tendere. Se abbiamo superato il dualismo, abbiamo interiorizzato che tutto è relativo inclusi i concetti di bene e male, allora possiamo comprendere il concetto di Giustizia in senso assoluto. A questo livello siamo in grado di compiere le nostre scelte e le nostre valutazioni in base non solo ai nostri bisogni, a quello che proviamo, a quello che crediamo sia giusto per la società o secondo un’ideologia. Riusciamo a vedere tutto in un’ottica olistica. Ad esempio, compiamo scelte alimentari non solo in base al gusto, ma ci chiediamo come siano state prodotte, che impatto possano avere sull’ambiente, sulla salute nostra e delle persone coinvolte…

Ora dovrebbe essere più chiaro il perché sia così problematico che il mondo sia trainato dal Livello di Giudizio sensoriale… almeno spero!

Grazie per essere arrivat* in fondo a questo strano viaggio da Masterchef a Ohsawa. Spero che tutti noi possiamo partire da Masterchef e innalzare corpo, mente e spirito interiorizzando tutti i 7 Livelli di Giudizio di il Georges Ohsawa.


La vostra felicità e la vostra libertà devono essere vostre al 100%. La salute e la felicità che vengono dagli altri vi creano un obbligo che bisogna pagare presto o tardi […] lo zen macrobiotico o l’arte del ringiovanimento e della longevità – Georges Ohsawa




Masterchef e i 7 livelli di giudizio di Georges Ohsawa

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