La settimana scorsa ho ricevuto in regalo da una carissima amica questa preziosa farina di semi di canapa sativa. La canapa non è una pianta tipica del nostro clima, perciò è da considerarsi piuttosto raffreddante (yin), dato che è originaria dell’area tropicale. Tuttavia, non avendola mai utilizzata, mi sono subito documentata al riguardo e ho scoperto molte cose interessanti su di essa.
Le cose importanti da sapere:
- È buonissima! La farina di canapa ha un sapore nocciolato e usata anche in piccole quantità negli impasti, regala un piacevolissimo gusto.
- È un alimento a metà fra i semi e i cereali, perché si può mangiare anche cruda (ma ricordate, è molto yin!) e possiamo utilizzare i semi come chicchi di un cereale per cucinare un primo, ad esempio.
- È versatile: oltre a mangiare i semi di canapa, si può usare la farina per il pane a vapore e al forno, ma anche per pasta fresca, biscotti, torte etc. Inoltre, dai semi si ricava una sorta di latte, che poi viene lavorato proprio come il tofu, per ottenere infine un panetto di hemp-fu.
La canapa sativa riscuote grande successo fra gli sportivi e i palestrati, perché:
- È un alimento altamente proteico
- Contribuisce a mantenere la salute del sistema nervoso e a rinforzare il tessuto muscolare
fra i salutisti perché:
- Ha meno calorie rispetto ai cereali, proprio perché povera di amido
- È ricchissima di acidi grassi Omega6 e Omega3 e nel giusto rapporto per il consumo umano
- Contiene elevate quantità di vitamine, soprattutto di tocoferolo (vitamina E), che ha un’azione antiossidante fondamentale
- Aiuta ad abbassare il colesterolo LDL e a combattere i disturbi cardiovascolari, l’artrosi, le malattie del sistema respiratorio, eczemi e acne.
fra i vegani perché:
- Contiene tutti e 8 gli amminoacidi essenziali, proprio come la carne (e pensare c’è ancora gente che si ostina a chiamarle “nobili” le proteine animali!)
- In poca quantità di prodotto abbiamo una vera miniera di nutrienti (la farina di canapa va usata in una proporzione al massimo del 20% sul totale di farine utilizzate).
Detto questo, ricordiamoci che i cosiddetti superfood non devono essere gli alimenti esclusivi della nostra alimentazione quotidiana. Io credo che siano molto utili come integratori, quando abbiamo bisogno di dare una spinta al nostro organismo per tornare ad una condizione di salute ottimale e come rimedi naturali in caso di bisogno. Tuttavia, parallelamente al loro utilizzo è indispensabile aggiustare la dieta, perché solo con un vero cambiamento nello stile di vita possiamo cambiare la nostra condizione.
Il cibo con cui riempirci la pancia è sempre quello di stagione, del nostro territorio, che non ha subìto trasformazioni e che quindi è più vicino possibile alla sua forma naturale. Insomma, il cibo semplice, quello che la nonna sa riconoscere e che gusta con piacere, è quello da cucinare e consumare tutti i giorni. Con la farina di canapa possiamo da un lato curarci, ma anche sbizzarrirci nelle occasioni speciali, inserirla a pizzichi nelle preparazioni che siamo abituati a fare, come il pane a vapore o i crackers con pasta madre, per dare quel tocco di originalità che solleva gli animi e incuriosisce sempre tutti.
Questo pane con farina di canapa lo considero perfetto per una buona merenda o per la colazione, accompagnato da una composta di frutta senza zucchero, frutta disidratata, crema di mandorle, tahin etc.
Pane al vapore con farina di canapa sativa
Ingredienti per una pagnotta da circa 500 g
100 g di pasta madre rinfrescata da almeno 5 ore
150 g di farina di tipo 2
150 g di farina integrale di grano tenero
70 g di farina di canapa sativa
Acqua qb (circa 400 ml)
1 cucchiaino di sale
Procedimento
Sciogliere la pasta madre in un po’ di acqua tiepida e lasciare riposare per 10-15 minuti. Aggiungere tutta la farina e piano piano l’acqua restante, mescolando e impastando energicamente. Mentre si impasta, aggiungere il sale. Lavorare l’impasto per almeno 10 minuti con energia, allungandolo e sbattendolo, per attivare il glutine. Creare una palla e metterla in una grande terrina o contenitore in vetro o ceramica coperta da pellicola o da un canovaccio umido. Conservare al riparo da correnti d’aria in un luogo tiepido o nel forno per qualche ora, fino al raddoppio. Nel mio caso ci sono volute circa 5 ore a una temperatura poco inferiore ai 19 gradi.
Una volta raddoppiato di volume, riprendere la palla e praticare le pieghe una o due volte. Poi fare la pagnotta, o le pagnotte, e metterla nel cestello forato per la cottura a vapore (oppure nella vaporiera), coperto con canovaccio o coperchio e lasciato ancora un’ora.
Portare a ebollizione abbondante acqua nella pentola, riempita poco meno di metà per evitare che l’acqua che bolle invada il cestello. Se volete essere super ecologici, potete sfruttare il vapore generato da una lunga cottura, come ad esempio quella del farro monococco, dell’orzo mondo o di un legume. Tenete solo presente che il sapore del pane avrà un gusto leggermente diverso in base a cosa cuocete di sotto!
Collocare il cestello sopra alla pentola e chiudere con coperchio. Lasciare coperto per almeno 25 minuti, poi controllare la cottura di tanto in tanto finché risulta compatto e sodo al tatto.
Togliere il cestello e lasciare intiepidire.
Note per la cottura del pane a vapore:
Quando capisco se è cotto?
Il pane a vapore non fa nessuna crosta e non assume un colore dorato, perciò per capire quando è pronto si tocca la superficie: è bagnata ma non deve appiccicare, non devono rimanere residui sul dito. Per una normale pagnotta di mezzo kg ci vogliono circa 40 minuti di cottura.
Cosa succede se lo lascio a cuocere molto più a lungo del necessario?
Il pane a vapore non rischia di bruciare, ma se si cuoce più del necessario tende a rimanere molto asciutto e gommoso una volta raffreddato ed eliminata l’umidità in eccesso. Le prime volte è difficile regolarsi, ma con l’esperienza vedrete che capirete se è cotto giusto al primo sguardo!
Mi rimane tutto appiccicato allo stampo, perché?
Prima di staccare il pane dallo stampo aspettare che intiepidisca, ma non attendere troppo! Se è completamente freddo sarà più difficile rimuoverlo senza lasciare residui sul cestello. Ricordate che è anche possibile usare della carta da forno fra il cestello e l’impasto, avendo cura di lasciare liberi i fori tutti intorno per garantire una buona diffusione del vapore.
Come e quanto tempo lo posso conservare?
Per via dell’umidità che lo contraddistingue, il pane a vapore ha un peso molto maggiore rispetto al pane cotto in forno ed è quindi più saziante. Per lo stesso motivo, però, durerà meno giorni. Si conserva in un sacchetto di tela o di carta per 3-4 giorni. Dopodiché rischia di fare muffa. Per questo non conviene fare delle pagnotte molto grosse, ma piuttosto organizzarsi per cuocerlo magari un paio di volte la settimana, sfruttando, come dicevamo prima, le lunghe cotture di cereali e legumi.
A proposito di PANIFICAZIONE…
Per tutte le curiosità sulla cottura a vapore e sulla panificazione naturale, vi ricordo i prossimi corsi di panificazione per impasti salati (20/01/2019) e impasti dolci (17/02/2019). Le iscrizioni sono online e sono già aperte!
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